domenica 23 novembre 2014


Associazione Nosu Impari


Si ricorda ai soci che nel mese di dicembre inizia il rinnovo del tesseramento 2015.

Il costo è di 10 euro a socio più 6,50 per assicurazione adulti o 4 euro per assicurazione bambini.
L'assicurazione resasi obbligatoria è stata fatta presso l'AICS.

Ricordiamo che la nostra associazione è autofinanziata, non usufruisce di contributi dagli enti, e deve sostenere le spese di gestione.


Il direttivo

Nosu Impari al Teatro Isabella di Torino

CI VEDIAMO ALL' ISABELLA


TEATRO ISABELLA
Via Verolengo 212
SABATO 29 DICEMBRE 2014 - ORE 20.30
ASSOCIAZIONE NOSUIMPARI
RICORDANDO LA SARDEGNA – VI EDIZIONE

Recitazione, musiche e danze popolari sarde con la partecipazione del gruppo Nosu Impari, Gianluca “QUINTOMORO” Cotza e Laura Cotza

http://www.comune.torino.it/circ5/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2664




Su Facebook:
https://www.facebook.com/events/675953802525380/?pnref=story


lunedì 17 novembre 2014

I costumi sardi del nostro gruppo (1)



I costumi sardi del nostro gruppo

 

Incominciamo da oggi a parlare dei costumi che indossano i nostri componenti del gruppo di ballo. Essi non sono tutti uguali perchè il corpo di ballo non è un gruppo folk con una precisa connotazione locale; ogni componente indossa un vestito che lo lega o al suo paese d'origine o ad particolare evento familiare o sociale che l'hanno portato a possederlo.


Il primo vestito di cui parleremo è quello indossato da Rebecca ed è un costume da sposa di Oristano molto bello nella sua fattura.

Preciamo però, per dovere d'informazione storico-culturale, che l'abito non è rispondente appieno alla documentazione antica, che tramanda forme piu' semplici. Esso è contestualizzato a partire dagli anni '50 dall'uso folkloristico per impulso della sartiglia oristanese nella Sardegna della rinascita.



Il capo è palesemente influenzato dalla colonizzazione spagnola. Esso consiste in una camicia rigorosamente bianca e con ampia scollatura incorniciata da pizzo ricamato a mano e inamidato in modo da mettere in risalto bottoni e gioielli in filigrana e corallo; sopra vi è “s'imbustu” (una sorta di gilet) in broccato rosso con disegni color oro, allacciato sotto il seno e lungo fino alla gonna. “Su gipponi” (il giacchino) è in panno rosso foderato di celeste; anch'esso lungo fino alla gonna con la particolarità di avere nella parte posteriore delle “lingue di stoffa” chiamate torri. Le maniche rimangono aperte facendo intravedere la camicia e vengono chiuse con nastri azzurri (come i polsini della camicia) nel punto in cui vengono rigirate in modo da far vedere il rivestimento bianco e i fiorami. La gonna è in panno di lana rosso, lunga fino ai piedi, con plissettatura fine e una balza bianca che, partendo da terra, arriva circa sotto il ginocchio; nella parte superiore è contornata da trine, fiorami e galloni dorati; nella parte inferiore si conclude, dopo altre rifiniture, con velluto rosso che orla tutta la gonna; è arricciata in vita tranne nella parte davanti che normalmente fa da sfondo a un grembiule in pizzo bianco che viene sostitutito, dopo il rito nuziale, con un grembiule in panno decorato con delle mezzalune di broccato abbinato ai manicotti del giacchino. Il capo è coperto da tre fazzoletti: “su scaffiottu” è di color rosso, viene annodato sulla nuca e serve per tenere la crocchia di capelli; “su muncador' e' tullu” è di tulle di cotone ricamato a mano, esso viene posato sul capo e fermato da spilloni bianchi; “su panneddu lustrinu” viene posato sul capo della sposa dopo il rito del matrimonio, i suoi nastri sono messi in modo che cadano dalla parte destra. Quest'ultimo non è nient'altro che un grembiule, qualcuno ritiene che venisse posto sul capo della sposa dalla suocera, o da due amiche, ma i significati non cambiano: sia contro il malocchio sia in segno di lutto per l'ingresso nel mondo degli adulti perchè nuove responsabilità attendono la sposina nella sua nuova famiglia; da questo momento tutti si sarebbero rivolte a lei dandole del voi (“fustei”). 


    Questo abbigliamento veniva portato durante tutta la durata dei festeggiamenti e per le festività più importanti.






Riciclando ... creo


RICICLANDO ... CREO

Il giorno 16 di Novembre 2014, nella sede dell’Associazione Nosu Impari in Via Reiss Romoli 45, è stata inaugurata la prima edizione di “RICICLANDO … CREO “. Alcuni artisti e artigiani hanno esposto i loro lavori costruiti con materiale di riciclo meravigliando i numerosi visitatori che si sono soffermati incuriositi ad osservare le opere ricavate da comuni materiali, tipo vasetti di vetro, bottiglie di plastica, conchiglie marine, tappi di sughero ecc. Ma, la vera meraviglia, l’hanno avuta guardando la mostra “ Vivere il nostro tempo “ dello scultore Marcello Pisano, il quale ha esposto una parte della sua collezione ecologica con sculture uniche che riproducono vari animali della nostra era. La mostra è stata apprezzata anche dall’Assessore all’Urbanistica e all’Edilizia Privata di Moncalieri Marcello Concas. 
 
Luisa Pisano

foto di Maria Pugliesi

Mostra "Vivere il nostro tempo"




altre opere presenti di artigiani vari



 


venerdì 14 novembre 2014

Poesia e Musica al Nosu Impari, la presidente ringrazia



POESIA E MUSICA


L’Associazione Culturale Sarda Nosu Impari di Torino, il giorno 25 Ottobre, ha avuto l’onore e il privilegio di poter ospitare nella propria sede in via Reiss Romoli 45, il poeta Vincenzo Pisanu e il musicista Nicola Agus che, con la loro poesia e musica, hanno deliziato i cuori e gli animi di tutti i soci sardi e non sardi. Le poesie di Pisanu, hanno fatto rivivere quei ricordi e quei sentimenti che sono racchiusi nel profondo di ognuno di noi. Nicola Agus, con il suono delle launeddas, ha incantato ed emozionato il pubblico con musica antica e moderna che sembrava fuoriuscire direttamente dalla sua anima. Le loro esibizioni sono state un connubio armonico che ha accompagnato tutti i presenti fino alla fine della serata che si è conclusa con una cena di condivisione offerta dai soci ancora in compagnia di Vincenzo Pisanu e Nicola Agus che l’Associazione ringrazia di tutto cuore.

L’Associazione Culturale Sarda Nosu Impari di Torino, ringrazia il Circolo Gennargentu di Nichelino ( TO ) per la preziosa collaborazione.

Luisa Pisano 





lunedì 10 novembre 2014

Riciclando creo al Nosu Impari


L’Associazione Nosu Impari
Domenica 16 Novembre alle ore 16
inaugura
nella sede di Via Reiss Romoli 45
la prima edizione
della mostra artigianale
RICICLANDO …CREO “
Gli artigiani esporranno i loro lavori creati con
materiale riciclato.
Nell’occasione lo scultore
Marcello pisano
Esporrà le sue opere 
  "vivere il nostro temPO"
create con materiali di riciclo.

Lasciatevi trasportare dalla curiosità!
Venite a visitare la mostra
 rimarrete soddisfaTTI !!!!

giovedì 6 novembre 2014

Vincenzo Pisanu a Torino


Ascoltare poesia in limba sarda a Torino


di Pia Deidda




Sono ancora vivi gli echi carichi di emozione della serata che si è tenuta il 25 ottobre nella sede della nostra associazione culturale torinese Nosu Impari dedicata alla Poesia di Vincenzo Pisanu - autore della silloge “Is arrosas de Uras” - e allietata dalla Musica di Nicola Agus.

I presenti hanno espresso pareri molto favorevoli, come Silvana D. che mi dice «Ne ho riportato delle emozioni positive, sono rimasta incantata. Una cosa che rimane dentro».

«E' stato coinvolgente!» mi dice Franco L. «Anche se sono pugliese mi sento più sardo perchè vado in Sardegna da trentasei anni, e devi esserlo un po' come me per capire i riferimenti che fate, non facili, sempre alla tradizione». Antonella M. è fra le più commosse «Mi è piaciuto che abbia dedicato molte poesie soprattutto agli emigrati, mi ha emozionato, mi ha riportata a ricordi indietro nel tempo. Sono venuta via dalla Sardegna che avevo quindici anni e quando vi ritorno l'emozione c'è sempre, il rientro è traumatico». E' in queste occasioni che ci si accorge dell'importanza che possono avere incontri culturali come questi che riannodano fili dello spirito alla memoria. Così Valentina M. può dire che le è piaciuto questo incontro perchè il poeta l'ha accompagnata a capire, sul filo di una lingua - variegata - che non vuole essere dimenticata, le cose del passato, gli affetti, come quello per la mamma, o la vecchia Zifola dimenticata.

A distanza di qualche giorno ho avuto l'opportunità di continuare a colloquiare a distanza con Vincenzo Pisanu e confrontarci sull'esito della serata a cuore non più tanto caldo.

D - Una settimana dopo l'evento ho chiesto ad alcuni amici presenti le loro impressioni e ho raccolto in particolare un aspetto che le accomuna: il carattere universale delle sue poesie. “Is arrosas de Uras” racchiudono emozioni e vissuti di tanti di loro. E' concorde a questa visione?

R - Sì, concordo su questa visione, anche perchè nella raccolta “Is Arrosas de Uras”, Le rose di Uras, il “canto” per le donne emigrate del mio paese, Uras appunto, si universalizza perchè rivolto a tutte coloro nel mondo e non solo a loro. A loro in particolare, ma anche agli uomini di sempre che hanno dovuto lasciare le proprie radici e ai giovani d’oggi, e a quelli “di casa nostra” che dal Sud e dalla Sardegna hanno ripreso a migrare. In modo diverso di cinquanta anni fa, ma comunque con gli stessi desideri e le speranze di allora. Una vita migliore, una sistemazione per l’oggi e per il domani.

Certo, nelle pagine e tra i versi sono presenti situazioni comuni alle tante persone presenti alla serata. E quindi anche emozioni comuni per vissuti e percorsi di vita a cui in un modo o nell’altro sono rimasti legati.

D- Portare con la sua poesia la Sardegna in “Continente”. Riscontra una diversità di approccio culturale e umano quando ha davanti delle persone che vivono lontane e che hanno vissuto sulla loro pelle quello di cui la sua lirica parla?

R- Risponderò citando qualche tratto della mia stessa nota di presentazione contenuta in “Is Arrosas de Uras” e maturata proprio a seguito dei molteplici incontri letterari da me tenuti in Italia e in diversi paesi europei, in seno alle comunità dei sardi emigrati: “C’è un paese reale e un paese del cuore, quello che la memoria vuole conservare legando le immagini fissate ai suoni, alle parole, agli odori riposti nella memoria olfattiva, capaci di suscitare ogni emozione quando taluni di questi si possono ritrovare anche a migliaia di chilometri di distanza. Ed è per questo normale che si avverta la struggenza “del paese perduto”, pari a un amore perso, un amore lontano. Quelli che non tornano avranno sempre un amore lontano, “una madre che attende” e si porteranno dentro una “intima città senza amore”.

D- Sentire le poesie lette in limba sarda ha creato una viva emozione. L'ha percepita? Ne ha sentito un riscontro?

R- Si, l’ho avvertito. Nel clima collettivo, nella espressione dei volti e nel luccicchìo degli occhi dei presenti. Ma ancor di più, in tante bocche dischiuse e non solo per approcciare un sorriso di gradimento. Colloquiavano con me in sardo... cun sa bucca appena appena scarangiàda, come ci è solito dire; con bocche tese quasi nello spasimo di proferir parole che silenziosamente intonassero il proprio sentire in lingua sarda. Parole nostre dunque, nell’insieme, in condivisione verbale e di anime. Inutile dire che tutto ciò da parte mia è percepito e vissuto come una dolce ruvidezza che fa vibrare le corde dell’anima, procurandomi emozioni che talvolta mi impediscono anche di continuare nella lettura. E questo avviene nonostante volta per volta mi riprometta di essere un po' più freddo nel porgere i miei versi, ma... il cuore di noi sardi è caldo e... spesso, e sovente, va per conto suo. Siamo fatti cosi...

L'articolo lo si può trovare nella rivista online "Tottus in pari":
http://tottusinpari.blog.tiscali.it/2014/11/07/ascoltare-poesia-in-limba-a-torino-incontro-con-vincenzo-pisanu-autore-de-%E2%80%9Cis-arrosas-de-uras%E2%80%9D/




domenica 2 novembre 2014

Incontro a Torino con il musicista di launeddas Nicola Agus


INCONTRO CON IL MUSICISTA NICOLA AGUS



Sentire musica di eccellenza, realizzata con uno strumento che agli albori ha iniziato a costruire la storia di questa Arte, è un piacere per lo spirito. E Nicola Agus riesce a far convivere ritmi moderni e suoni ancestrali.



 



L'Associazione Nosu Impari ha ospitato sabato 25 ottobre 2014 il musicista sardo Nicola Agus, suonatore di launeddas e, al contempo, di armonica a bocca, oboe e altri strumenti a fiato, fra i più arcaici, provenienti da tutto il mondo.

Dobbiamo ringraziare il poeta Vincenzo Pisanu per aver organizzato questo incontro in coincidenza con la presentazione della sua silloge “Is arroras de Uras”.

Serata da ricordare, dicono coloro che vi hanno partecipato, rimasti meravigliati dalle vibranti e sublimi note che il maestro riesce a far uscire dalle launeddas da lui stesso costruite.

Sentirlo suonare ha fatto capire le potenzialità inaspettate di questo strumento. Musica però nuova dove gli ancestrali suoni si sposano con ritmi moderni, che spaziano dal pop al soul. Durante la serata è stato lo stesso musicista a spiegare il percorso musicale che l'ha condotto a questa scelta , da quando era un bambino affascinato dai suoni che provenivano dalle canne di fiume fino ad oggi che frequenta il Conservatorio di Cagliari e ha maturato la sua formazione e preparazione.

Dice Toni A. fra gli spettatori:«Mi ha colpito la sua grande preparazione musicale, ma mi ha anche meravigliato la sua umiltà e la semplicità nello spiegarci le motivazioni che l'hanno spinto a certe scelte musicali».

Nicola vorrebbe che alle launeddas fosse riconosciuta la loro storicità, perchè sono da annoverarsi fra gli strumenti più antichi non solo del Mediterraneo ma del mondo, e, al contempo, fosse dato loro il giusto riconoscimento di strumento che può essere usato anche in contesti di sperimentazione musicale diversificata. Non quindi solo uno strumento musicale folkloristico da utilizzare durante le sfilate e le processioni, ma a 360°. Infatti, tende a precisare, le stesse melodie usate oggi possono non essere quelle usate nell'antichità. L'evoluzione di uno strumento segue la ricerca di musicalità diverse e, solo in questo modo, lo si rende sempre vivo e attuale. Come la cornamusa anche le launeddas dovrebbero avere il riconoscimento dell'UNESCO, riprendere il loro primato.

Per Antonella M. fa piacere che un giovane coltivi la tradizione con tanta passione: « riesce a portarti indietro con le stesse emozioni di un tempo pur facendo musica moderna».

Certo una scelta difficile che sta trovando qualche ostacolo soprattutto con le istituzioni. «La Sardegna non è pronta per il messaggio che vorrei lanciare perchè vengono gestite male certe scelte culturali» si lamenta Nicola «tanti altri artisti, che hanno tanto da dare, non vengono valorizzati. La Regione sovvenziona solo determinati progetti folkloristici, non sempre di qualità. Tanta musica non è etnica, non è musica antica, tanti riarrangiamenti non appartengono alla tradizione del popolo sardo. Io disturbo con le mie performance musicali non tradizionali».

In tanti, presenti alla serata, si augurano il riconoscimento e il successo di Nicola Agus a livello non solo regionale ma internazionale:«Vorrei che tornasse da noi, magari a teatro; dovrebbe avere un promotore che gli permetta di diffondere la musica, in altre associazioni culturali e anche nei circoli sardi» dice Valentina M.

Noi tutti auguriamo che Nicola Agus abbia questo meritato successo e lo ringraziamo per le emozioni che ci ha donato con la sua magistrale esecuzione.



Pia Deidda

L'articolo è anche in Tottus in pari
http://tottusinpari.blog.tiscali.it/2014/11/02/a-torino-con-l%E2%80%99associazione-%E2%80%9Cnosu-impari%E2%80%9D-incontro-con-il-musicista-nicola-agus/

 




"Sa badrunfula" (La trottola)



Domenica prossima 9 novembre alle ore 16 nella sede di Via Reiss Romoli 45, "SA BADRUNFULA" (La trottola) con Giampiero Piras che ci mostrerà le trottole da lui costruite. Inoltre, pubblicazioni sulla storia, le regole dei giochi e un vocabolario delle varie espressioni dialettali.



Vi aspettiamo numerosi!





Grazie agli amici che ieri sera erano presenti alla cena e al loro contributo per permettere all'Associazione di sostenersi anche economicamente nelle spese. 




sabato 1 novembre 2014

Al Nosu Impari di Torino con la Poesia di Vincenzo Pisanu e la Musica di Nicola Agus



Sabato 25 ottobre 2014

INCONTRI CON GLI AUTORI

La Poesia  di Vincenzo Pisanu e la Musica di Nicola Agus



 Pia Deidda, Vincenzo Pisanu e Luisa Pisano

Lettura alternata in italiano e in limba sarda di alcune poesia dalla silloge "Is arrosas de Uras" come T'ap'a cantai (bidda mia) -Ti canterò (paese mio), Partiant - Partivano, Sa fest' 'e su satu (E bisu ancora) - La festa dei campi (E sogno ancora) - Ma cantu funt attesu i' bisus... - Ma quanto son distanti i sogni..., Un'ogu de soli, unu scannu, una muredda (cantu po sa popìa...manna) - Un raggio si sole, uno scanno, un sedile di pietra (cantoper una bimba...adulta), Andaus - Andiamo.



Nicola Agus ha stupito l'uditorio con il magistrale suono delle sue launeddas...


 ... e dell'armonica.
 
 



Marcello Concas (Assessore all'Urbanistica di Moncalieri), Nicola Agus, 
Luisa Pisano, Pia Deidda e Gianluca Cotza in arte Quintomoro


Una sorpresa, la visita inaspettata di Mina Puddu presidente del Circolo sardo di Grenoble