lunedì 29 febbraio 2016

Musica operistica e da camera intorno alla Sardegna: il pianista Guido Scano

 a cura di Pia Deidda

Sabato scorso la nostra associazione ha aggiunto un tassello in più agli incontri culturali che ci stanno permettendo di conoscere aspetti variegati della cultura sarda anche più recente. La conferenza tenuta da Giovanni Masala al Teatro Principessa Isabella di Torino ci ha pemesso di conoscere meglio la figura del grande compositore Ennio Porrino, soprattutto affrontando uno studio più attento della sua opera lirica “I Shardana”.

Continuando su questa scia e aspettando una mia intervista al pianista maestro Guido Scano, che uscirà a breve sul giornale informatico Medasa (http://www.medasa.it/category/news-arte-cultura/pia-deidda/), anticipo qualche notizia su di lui.

L'idea di una intervista al maestro Scano è nata perchè è un conoscitore di Porrino e ha eseguito in più occasioni alcune sue composizioni; inoltre egli è estimatore di un altro musicista e compositore sardo Lao Silesu (Samassi 1883 – Parigi 1953) e nel 2000 ha collaborato con altri musicisti alla pubblicazione del CD “Lao Silesu, Cameristica”.



Chi è Guido Scano?

Pianista e docente di Pianoforte al Conservatorio “Boito” di Parma, ha svolto attività concertistica in tutta Italia e all’ estero (Francia, Turchia, Slovenia, India, Lituania, Egitto, Malta, Bielorussia, Montenegro, Austria, Bulgaria) come solista, in duo pianistico e in vari gruppi cameristici . Inoltre, ha fatto parte di giurie in importanti concorsi internazionali (Polonia, Grecia, Portogallo) e ha tenuto masterclass in Danimarca e Germania sulla tecnica razionale .

Come docente Erasmus, ha insegnato presso il conservatorio superiore di Murcia (Spagna) e di Cluj-Napoca (Romania) contribuendo alla diffusione della scuola pianistica di Vincenzo Scaramuzza, celebre didatta italo/argentino .

Dopo il diploma al conservatorio di Bologna, ha seguito il corso di perfezionamento quadriennale dell’ Ecole Internationale de Piano a Lausanne (Svizzera) e successivamente al Mozarteum di Salisburgo .

Coordinatore della stagione “A suon di musica” al Piccolo Regio di Torino, fondatore del Premio “Montani” e responsabile organizzativo del Centro Internazionale Ricerche Musicali .

Referente nazionale del “Concours Musical de France” .

Nel 2015 ha assunto la carica di Direttore artistico di “Torre Molina Academy” of Music and Performing Arts .

Ha effettuato registrazioni per la RAI-TV, TeleMonteCarlo, RadioCapodistria e altre emittenti italiane e straniere .

Al suo attivo, vari CD per diverse etichette, con brani in prima assoluta .

Prossime tournèes in Olanda, Svezia, Belgio .

Collabora con esponenti del mondo teatrale (Stefania Sandrelli, Milena Vukotic, Alessandro Valentini, Paola Curino, Lucilla Giagnoni) per la realizzazione di spettacoli con voce recitante e pianoforte .



domenica 28 febbraio 2016

Conferenza di Giovanni Masala su Porrino e la sua opera lirica "I Shardana"

Conferenza di Giovanni Masala su Porrino e la sua opera lirica "I Shardana"

Sabato 27 febbraio 2016
Teatro Isabella, Via Verolengo 210
Ass. Nosu Impari
Circoscrizione V




Alcune foto di ieri aspettando gli articoli della serata


I saluti del vicepresidente Marcello Pisano


I saluti di Antonio Ciavarra
Consigliere della Circoscrizione V




foto Pia Deidda 







foto Irene Pisano



Spettacolo "C'era una volta la Sardegna"

Noi del Nosu Impari siamo sempre in fermento e passiamo già al prossimo evento!


Sabato 12 marzo alle ore 20.30 al Teatro Isabella di Torino canteranno Quintomoro (Gianluca Cotza) e Laura Cotza con la partecipazione straordinaria di Stefano Faraoni.

Si esibirà il nostro corpo di ballo sardo.

Vi aspettiamo come sempre numerosi!

martedì 2 febbraio 2016


http://www.medasa.it/8326-2/

Omaggio a Ennio Porrino


  
"Se Monaco avesse la fortuna di venir cantata da un'opera come questa, sono certo che nei festival operistici della mia città le sarebbe riservato ogni anno il posto d'onore"
 
 (Felix Karlinger, Monaco di Baviera 1960).



«Nei canti Porrino getta come un ponte tra la musica popolare e la musica d’arte; nella produzione sinfonica e nei concerti armonizza tradizione e progresso e appartiene agli innovatori della musica strumentale italiana. Nelle opere drammatiche si rileva lo sforzo di Porrino verso un nuovo stile e una nuova forma, e nel suo oratorio Il Processo di Cristo, infine barocco e moderno, toni popolareschi e rigore formale si compongono efficacemente in unità» (F. Karlinger). Il presente volume si apre con una prefazione di G. Masala, seguita da un saggio di F. Karlinger su vita, opere vocali, strumentali e teatrali di Ennio Porrino. Segue una «biografia fotografica» del compositore cagliaritano. Marcello Serra, Ramón Bayod y Serrat, Felix Karlinger, Emidio Mucci, Marcella Govoni e Otello Calbi completano la prima parte dell’Omaggio. Una bibliografia degli scritti sul compositore sardo e sulla sua musica, un elenco della sua copiosa produzione poetica e di critico musicale, nonché delle esecuzioni e rappresentazioni di musica porriniana ricordano uno dei maggiori compositori del Novecento, oggi ingiustamente dimenticato. «Nella musica di Porrino la Sardegna possiede ben più che un insieme di note musicali; la musica di Porrino assicura per sempre alla sua terra, depositaria del grande tesoro, una voce in capitolo nella grande scena del mondo» (F. Karlinger).


I Shardana, rappresentata per la prima volta al San Carlo di Napoli il 21 marzo 1959 e diretta dallo stesso Porrino, costituisce sicuramente una delle opere liriche più affascinanti del Novecento. Al San Carlo «[…] oltre agli applausi a scena aperta si contarono non meno di venti chiamate delle quali diverse dirette al solo autore […]» (Nino Fara).

L’autorevole enciclopedia musicale tedesca Musik in Geschichte und Gegenwart riporta che «[…] la grande opera I Shardana fu accolta dalla critica come la più importante opera lirica composta in Italia in questo dopoguerra». Oggi l’opera è pressoché sconosciuta.

Nucleo centrale del presente volume è il libretto in tre atti a firma dell’autore, nonché le critiche all’indomani della rappresentazione del Teatro San Carlo di Napoli (1959) e del Teatro Massimo di Cagliari (1960). Fotografie, i bozzetti di Màlgari Onnis Porrino, una prefazione di Giovanni Masala, un articolo di Felix Karlinger sulla sardità dell’arte porriniana e altri materiali inediti rievocano una delle giornate più memorabili della storia dell’opera lirica del Novecento.

 
COMPACT DISC DOPPIO:
CD 1 (atto I: 48 minuti)
CD 2 (atto II + III: 62 minuti)
booklet di 90 pagine (in cofanetto) con una biografia del compositore a cura della figlia Stefania, un articolo di Felix Karlinger sui SHARDANA e il libretto d'opera (anche in lingua tedesca).

www.sardinnia.it

Libretto e musica: Ennio Porrino (Cagliari, 20 gennaio 1910 - Roma, 25 settembre 1959)
Personaggi e interpreti:
GONNARIO, Ferruccio Mazzoli
NIBATTA, Oralia Dominguez
TORBENO, Gastone Limarilli
BÈRBERA JONIA, Marta Pender
NORACE, Piero Guelfi
PERDU, Antonio Galiè
ORZOCCO, Vinicio Cocchieri
Roma, Auditorium Foro Italico, 24 settembre 1960
Orchestra Sinfonica e Coro di Roma della RAI
Direttore d'orchestra: Armando La Rosa Parodi
Maestro del Coro: Nino Antonellini
Programma realizzato il 24 settembre 1960 dalla RAI-Radiotelevisione Italiana. Riproduzione autorizzata da RAI Trade, Roma.


I SHARDANA
di Ennio Porrino

PRIMO ATTO

La vicenda si svolge in Sardegna all’epoca dei nuraghi. Nell’antichità la Sardegna subì invasioni di razze diverse. Ad una delle più antiche incursioni, in epoca imprecisata, si fa risalire il tentativo di soggiogare l’isola e la cacciata dell’invasore da parte del popolo indigeno. I personaggi sono di carattere forte, austeri e tenaci nella difesa della patria, per la quale tutti sono pronti a qualunque sacrificio. È in in uso, presso quei sardi, una cerimonia religiosa davanti alla Fonte Sacra per consacrare i «guerrieri», e a tale cerimonia si assiste nel primo atto per la consacrazione di Torbeno e Orzocco, i due giovani figli del capo Gonnario. Tra le voci inneggianti del popolo si stacca quella di Perdu, il guerriero cantore che invoca la vittoria e affida il popolo alla saggia guida di Gonnario.
In contrasto con l’atmosfera festosa con cui tutti si preparano a celebrare il rito guerriero, Nibatta, moglie di Gonnario, tenera e dolente madre, timorosa per la sorte dei suoi figli, rimprovera il suo uomo perché troppo dedito alla guerra anziché alle opere dei campi e della pace. Gonnario mette fine ai lamenti di Nibatta ed ha inizio la cerimonia della consacrazione
Torbeno e Orzocco si inginocchiano. Il Sacerdote inizia, con gesti misteriosi, il rito: avanzano due donne che porgono una focaccia a ciascuno dei consacrandi, che ne prende un boccone. Altre due donne portano del sale e ne spargono una manciata sulle spalle dei due giovani. Il Sacerdote, infine, con una ciotola di legno, attinge l’acqua sacra e l’offre ai due fratelli che, uno dopo l’altro, bevono con religioso atteggiamento. Quindi a Torbeno e a Orzocco vengono consegnati gli elmi, le spade e gli scudi. Inizia la danza nuragica. Il ballo si svolge con espressione seria e attenta, contegno grave e sostenuto, corpi rigidi. Il passo è breve e spesso i piedi strisciano per terra. Suonatori e danzatori si eccitano all’insistenza ossessionante della melodia e del ritmo sempre più accelerato. Una strana mania invade tutti e li spinge verso un’ebbrezza violenta. È una danza religiosa di amore e di guerra.
Con la sua nave giunge dal mare Norace di Nora, il capo dei marinai sardi. Rivolgendosi a tutto il popolo ricorda le distruzioni e i lutti subiti per mano dei nemici e chiede agli uomini di seguirlo per vendicare i propri morti.
Gonnario assume il controllo supremo delle operazioni di guerra all’interno dell’isola, e Norace il comando delle operazioni in mare. Torbeno, però, e innamorato di Bèrbera Jonia, venuta nell’isola al seguito degli invasori. Scesa la notte, i due si incontrano di nascosto e si amano appassionatamente cercando di dimenticare la loro appartenenza a popoli nemici.

SECONDO ATTO

Il secondo atto è ambientato in uno spiazzo ai piedi di Montalba, la patria di Gonnario, il quale con i suoi uomini stringe d’assedio la città per liberarla dai nemici. Ripensando con nostalgia lontana alla casa, Perdu, il guerriero cantore, si abbandona a un canto malinconico
Anche Torbeno è preso dalla nostalgia; il suo pensiero corre all’amata lontana. Come evocata dal suo desiderio ecco sopraggiungere Bèrbera Jonia. I due amanti sono di nuovo insieme:
Gli amanti fuggono insieme verso Montalba ma vengono visti, anche se non riconosciuti dagli uomini di guardia, che danno l’allarme e denunciano il tradimento. Poco dopo durante la battaglia, Gonnario scorge il figlio nelle file nemiche, si scaglia contro di lui e sta per colpirlo con la spada, ma Bèrbera interponendosi lo impedisce. Giunge intanto Norace che ha sconfitto per mare il nemico. Con la vittoria e la denuncia (da parte dello stesso Gonnario) del tradimento si chiude il secondo atto.

TERZO ATTO

Nel terzo atto il popolo sardo condanna il traditore Torbeno, e questi viene condotto verso il nuraghe per l’esecuzione capitale. Bèrbera tenta di seguire l’amante ma Orzocco la uccide. Segue una scena evocativa: mentre lo sventurato padre invoca la morte per liberarsi dalle pene, le ombre di Torbeno e di Bèrbera chiedono perdono perché la loro colpa è nata solo dall’amore. Nibatta, canta in un ritmo di lugubre ninna-nanna, il suo straziante dolore; infine le voci si fondono in un unico canto funebre:
Al grido di Nibatta: l’Universo canti il mio dolore ... risponde il coro delle Voci dell’Universo con una dolente Trenodia.
Terminato questo quadro, riappare la scena del primo atto. Gonnario, davanti ai dignitari e al suo popolo, affida le insegne del comando a Norace, esortandolo a portarle in pace e in guerra e invita i poeti e il popolo a cantare l’inno di gloria dell’isola resa libera sul mare
Perdu, il guerriero cantore, accoglie l’invito di Gonnario e scioglie una canto d’amore alla sua terra.


Il volume raccoglie la quasi totalità degli articoli, editi e inediti, di Ennio Porrino. Critiche musicali e musicologiche, resoconti concertistici, recensioni, omaggi commemorativi, conferenze e interviste al compositore cagliaritano in un corpus di oltre 200 scritti rivelano la personalità, la vena critica e l’immensa cultura di uno dei maggiori compositori italiani del Novecento. «La Sardegna, terra artisticamente fertile, ma forse incapace di offrire i giusti spazi ai suoi artisti, ebbe tra i suoi figli uno dei più capaci compositori italiani della prima metà del Novecento: Ennio Porrino. Allievo di Ottorino Respighi si distinse per il talento, la cultura e l’amore fedele per la sua Sardegna. Porrino, che esercitò brillantemente l’attività di compositore, poeta, direttore d’orchestra, insegnante e direttore di Conservatorio, lasciò numerosi scritti, oggi raccolti nel presente volume. Si tratta di un lascito di grande valore e rappresenta dunque preziosa fonte di studio» (R. Piana).

Dalla documentazione inviataci da Giovanni Masala Dessì